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IL NOSTRO SPORT

IL BASEBALL

Il baseball è uno sport di squadra in cui due formazioni composte da nove giocatori si affrontano per un numero stabilito di riprese (innings) in ciascuno dei quali le due squadre si alternano nella fase di attacco e di difesa. Ogni giocatore occupa una posizione prestabilita durante la propria fase di difesa, e in attacco ha il proprio turno di battuta secondo una sequenza denomitata “lineup”.

La squadra in attacco segna un punto ogni volta che un attaccante conclude il giro antiorario del campo di gioco avanzando regolarmente sulle quattro basi; compito della squadra in difesa è quello di contenere il numero di punti avversari: la frazione di attacco di una squadra termina non appena la difesa riesce ad “eliminare” tre giocatori.

CENNI STORICI

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In un manoscritto datato 1344 e scritto in Francia vengono riportate scene di un gioco simile al baseball, praticato da monaci francesi. Lo sport come lo conosciamo oggi ha comunque preso origine in Nord America verso la prima metà del Settecento come variante del rounders, gioco molto popolare in Gran Bretagna ed in Irlanda. Questo sembrerebbe escludere la comune convinzione che il baseball derivi dal cricket, anche se i due sport hanno in comune alcune meccaniche e gesti atletici simili.

In passato la codifica delle regole di gioco è stata attribuita a Abner Doubleday, militare dell’esercito nordista, e questo inquadrerebbe la nascita ufficiale del baseball al periodo della Guerra Civile Americana. Numerose fonti testimoniano altresì l’esistenza negli Stati Uniti, a partire dal 1830, di giochi con regole molto simili al baseball, anche se in forma molto più semplice rispetto a quella attuale. Del 1839 è la costituzione della prima società organizzata, il New York City’s Knickerbockers club, il cui socio Alexander Cartwright si incaricò di codificare le regole del baseball giunte fino a noi. Cartwright è considerato ufficialmente l’inventore del moderno sport del baseball con dichiarazione del congresso degli Stati Uniti del 3 giugno 1953.

LE VARIANTI

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Esistono diverse varianti del gioco del baseball, a seconda delle misure del campo, della dimensione della palla e delle mazze, delle meccaniche di lancio, dell’applicazione di specifiche norme. Il softball è la variante femminile del baseball: a livello agonistico le ragazze sono ammesse nel baseball fino ai 14 anni (a squadre miste). Nel softball le distanze di campo sono più corte, la palla è più grande ed ha un peso diverso, e a differenza del baseball la meccanica di lancio prevede la rotazione da sotto del braccio. Il softball riconosce a propria volta diverse varianti tra cui il fastpitch (molto praticato a livello amatoriale perché ammette la composizione di squadre di genere misto) e lo slowpitch, dove la palla è più morbida e leggera e non viene propriamente lanciata ma piuttosto “servita” al battitore di turno.

FISIOLOGIA E FONDAMENTALI MOTORI

Da un punto di vista fisiologico, il baseball è considerato uno sport “anaerobico alattacido”; lo svolgimento del gioco si traduce in una richiesta all’organismo di momenti di alto dispendio energetico, alternati a periodi di recupero di pari intensità. In altre parole, la resistenza e la forza non sono fattori fondamentali nella pratica di questa disciplina; lo sono invece la velocità esplosiva, la coordinazione corpo-spazio, la prontezza di riflessi. Lo sport è basato su quattro schemi motori principali: la corsa, il tiro, la presa, la battuta. Il lancio è un fondamentale avanzato, che a differenza del tiro richiede competenze e abilità perfezionabili solo a lungo termine.

IL BASEBALL NEL MONDO…

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Il baseball è considerato lo sport nazionale negli Stati Uniti d’America: sebbene non risulti in assoluto il più seguito (o almeno competa il primato a basket e football americano), è di gran lunga il più praticato a tutte le età, ed anche lo sport maggiormente celebrato in letteratura e cinematografia.

Oltre agli USA, il baseball è largamente praticato in centro e sud America, e particolarmente nei Caraibi: Cuba, Venezuela, Costa Rica e Repubblica Dominicana sono tra le nazionali più accreditate. E’ tra gli sport principalmente seguiti anche in Asia: in Giappone, Cina e Sud Corea. In Europa, il gioco è arrivato al termine della Seconda Guerra Mondiale con la penetrazione degli Alleati, affermandosi particolarmente in Olanda, Francia, Slovenia e ovviamente Italia.

…E ALLE OLIMPIADI

La prima partecipazione del baseball ad una manifestazione olimpica risale al 1988 (Seul), dove vennero disputate alcune partite dimostrative. Da Barcellona 1992 il baseball è diventato ufficialmente sport olimpico, ed è stato inserito nel programma dei giochi fino a Pechino 2008. Dopo una pausa durata due edizioni, il baseball è tornato nuovamente alle Olimpiadi con l’edizione di Tokyo 2020, alla quale ha partecipato anche la Nazionale Italiana di Softball.

IL CAMPO DI GIOCO

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Una partita di baseball si disputa su un particolare terreno di gioco che, per la forma che ricorda, viene chiamato “diamante”. Approssimativamente, il diamante è rappresentato da un quarto di cerchio, al cui angolo principale è posizionata la casa base (nota anche come “piatto”). Intorno alla casa base è disegnato il “box di battuta”, ovvero l’area di gioco dove si posizionano i battitori durante il proprio turno d’attacco e verso cui partono i lanci del lanciatori: in pratica, il box di battuta è il cuore del campo e la zona in cui comincia l’azione. Le altre tre basi sono disposte lungo tre linee che creano un quadrato con la casa base, delimitando il “campo interno”; il percorso tra le basi viene chiamato corridoio, e in un campo regolamentare è costituito da una spianata di terra battuta, per facilitare la corsa degli attaccanti e prevenirne gli infortuni in caso di arrivo in scivolata sulla base. Alle spalle del campo interno si trova il campo esterno, chiuso sul fondo dalla linea di fuoricampo. Le due linee che, partendo da casa base, tracciano i confini del campo sono denominate “linee di foul”: una battuta al di fuori della linea di foul non è considerata valida, e quindi interrompe l’azione. A questa norma generale sono tuttavia legate alcune eccezioni: la principale riguarda l’eliminazione al volo di un attaccante, che è valida in qualsiasi zona del campo il difensore arrivi ad acchiappare la palla. Sul campo è ammessa la presenza di due “suggeritori” per la squadra in attacco: posizionati nell’apposita postazione di fianco a prima e terza base, i suggeritori svolgono un ruolo di indirizzo o guida per gli attaccanti, orientandoli nell’esecuzione degli schemi.

I RUOLI IN DIFESA

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I nove giocatori in difesa sono disposti per coprire quanto più possibile il terreno di gioco, allo scopo di rendere più probabile l’eliminazione degli avversari. Volendo azzardare un paragone con altri sport, si potrebbe dire che nel baseball si difende “a zona”. I giocatori si specializzano in determinati ruoli difensivi e raramente cambiano posizione durante la partita, sebbene le regole lo consentano. Vengono chiamati “interni” i sei giocatori situati nel perimetro delle basi, ed “esterni” i tre giocatori  che prendono posizione alle loro spalle. Il lanciatore occupa nel gioco la propria specifica zona, il cosiddetto “monte di lancio”, situato al centro del campo interno fronte al box di battuta. Il ricevitore si posiziona dietro a casa base, difendendola e ricevendo i lanci senza ostruire il battitore avversario. Il prima base, il seconda base ed il terza base difendono la porzione di campo prossima alle basi stesse, mentre l’interbase è il difensore aggiunto situato tra seconda e terza base.

I tre esterni giocano a sinistra, destra e centro del campo rispetto alla casa base: oltre a difendere la propria zona, fungono da copertura aggiuntiva in caso gli interni non riescano a raggiungere o contenere una palla battuta verso di loro.

I RUOLI IN ATTACCO

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Ognuno dei nove giocatori in difesa va all’attacco secondo un ordine prestabilito, denominato “ordine di battuta” o “lineup”; la posizione nell’ordine viene stabilita dall’allenatore in base a presupposti tattici e tecnici: ad esempio, è consuetudine aprire l’ordine di battuta con un giocatore veloce e abile a guadagnare la base, mentre dal terzo al quinto è solito inserire giocatori molto forti e potenti in battuta, allo scopo di massimizzare le potenzialità dell’attacco. Anche il lanciatore può andare a battere: tuttavia, nei campionati professionistici si cerca di preservare il pitcher dai compiti offensivi, ed è pertanto diffuso l’impiego del cosiddetto “battitore designato”, specialista offensivo che ricopre unicamente il ruolo di attaccante al posto del lanciatore.

LA MECCANICA DELLA PARTITA

La partita di baseball inizia con una squadra in difesa e l’altra in attacco. La fase di attacco termina quando la difesa riesce a concludere tre eliminazioni (out): fintanto che questo non accade, ogni attaccante che riesce a completare un giro completo delle basi segna un punto per la propria squadra. Al turno di attacco successivo, si riprenderà l’ordine di battuta da dove era stato interrotto al momento del terzo eliminato. Il giocatore in attacco risulta eliminato in tre situazioni principali:

  1. se, nel box di battuta, il lanciatore metta a segno tre strike si verifica una “eliminazione al piatto” (stikeout);
  2. se il battitore colpisce la palla ma questa viene acchiappata dal difensore prima di toccare terra, si verifica una “eliminazione al volo”;
  3. se la palla viene raccolta dal difensore e lanciata verso la base prima che il giocatore in attacco riesca a raggiungerla correndo, si verifica una “eliminazione difensiva”.

Ogni volta che il corridore raggiunge la base prima della palla o del difensore, viene dichiarato “salvo”. Il giocatore in attacco non è obbligato a concludere il giro delle basi in un’unica soluzione: può insomma scegliere di avanzare a seconda della propria convenienza, come in caso di battuta lunga, oppure di fermarsi sulla base più comoda per non rischiare l’eliminazione. Va però considerato il fondamentale concetto che una base non può essere occupata contemporaneamente da due attaccanti. Ad esempio, se un attaccante occupa la prima base e il giocatore nel box batte una valida, entrambi sono obbligati ad avanzare: questo viene chiamato “gioco forzato”. Per realizzare un’eliminazione difensiva con gioco forzato è sufficiente che il difensore con la palla in mano pesti la base prima che il corridore arrivi salvo; se il gioco non è forzato, il difensore in possesso di palla deve toccare il corridore (out “per toccata”).

Oltre che su battuta, il corridore può avanzare di base in base scegliendo di correre durante la fase di lancio: quest’azione si chiama “rubata”, e impone al ricevitore di prendere la palla e lanciarla verso la base di arrivo se vuole eliminare il corridore.

Ad ogni tre out, le squadre si avvicendano in attacco/difesa, fino alla fine della partita.

L’AREA DI STRIKE E LO STRIKEOUT

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L’area di strike è un’area virtuale che l’arbitro giudica prendendo come riferimenti l’ampiezza di casa base e l’altezza che va dalle ascelle alle ginocchia del battitore. Il lanciatore mette a segno uno strike ogni volta che lancia la palla a segno nella “zona di strike”; se anche il battitore gira la mazza ma non incontra la palla, il lancio viene dichiarato strike. Quando un battitore tocca la palla ma questa finisce fuori dal campo valido, viene dichiarato un “foul ball”, che viene conteggiato come strike al battitore a meno che questi non abbia già due strike a carico. L’abilità del lanciatore (in intesa con il proprio ricevitore) non risiede solo nella velocità dei lanci, ma anche nella precisione di cercare lanci che il battitore non ria in grado di raggiungere, o che non si aspetti.

LA BATTUTA VALIDA

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Molto semplicemente, un attaccante realizza una battuta valida ogni volta che, messa la palla in gioco, alla difesa non è possibile eliminarlo. Se a seguito di una battuta l’attaccante guadagna solo una base, si dice che ha realizzato un “singolo”; un “doppio” e un “triplo” sono battute che permettono ad un attaccante di avanzare rispettivamente fino alla seconda o alla terza base. La valida per eccellenza è il “fuoricampo”, ovvero una battuta talmente profonda da uscire dal limite di campo in zona valida. Se con una sola battuta in campo valido il corridore riesce a compiere il giro di tutte le basi, si realizza invece l’altrettanto efficace “homerun” (o “fuoricampo interno”). Battute in campo esterno (foul) non vengono conteggiate come valide, neanche se fuoricampo.

LA TATTICA, GLI SCHEMI, I SEGNALI

Perché il gioco di una squadra risulti efficace, è necessario anzitutto che ogni giocatore sappia quello che deve fare. Ad ogni azione la situazione tattica sul campo va rianalizzata per decidere in tempi brevi lo schema più idoneo a garantire il minor vantaggio possibile agli avversari. Le giocate difensive vengono “chiamate” in anticipo da un incaricato (di norma il ricevitore, il prima base o l’interbase). L’impiego di “segnali” non verbali per nascondere le proprie intenzioni all’avversario è frequente: il ricevitore suggerisce o comanda uno specifico lancio al pitcher tramite segnali che il battitore non può vedere; allo stesso modo i suggeritori in attacco impiegano segnali non verbali per comandare specifici schemi o combinazioni, come la base rubata, una battuta a sorpresa o un’azione di disturbo.

L’ARBITRO E IL RISPETTO DELLE REGOLE

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Come in tutti gli sport, anche nel baseball la conduzione della partita spetta all’arbitro. Il numero di arbitri nel baseball va da uno a sei, ma il responsabile primo (“arbitro capo”) è quello che prende posto alle spalle del box di battuta. L’arbitro ha il compito di sorvegliare l’andamento della gara, di tenere il punteggio e annotare le sostituzioni, e principalmente di stabilire e convalidare le

eliminazioni. Ogni decisione dell’arbitro viene definita “chiamata”, e non può essere contestata dai giocatori pena sanzioni che vanno dall’ammonizione (“warning”) fino all’espulsione. Oltre al regolamento formale, ogni giocatore è tenuto ad adeguarsi ad un codice non scritto che comprende il rispetto dell’avversario, della divisa, del campo, della morale e del credo religioso. In altri termini, un giocatore può essere ammonito o perfino espulso se getta via la maglia, il cappellino o il guantone per protesta o stizza, se alza le mani su un altro giocatore o sull’arbitro, se si abbandona al turpiloquio, se reitera comportamenti insolenti come sputare per terra o ostruire consapevolmente l’azione di un avversario.

L’ERRORE

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Tra le peculiarità del baseball c’è che è l’unico gioco in cui l’errore viene a tutti gli effetti conteggiato attivamente come variabile. Un errore difensivo, oltre a costare potenziali punti alla squadra in difesa, viene infatti annotato nel cartellino statistico del singolo giocatore; questo ha per conseguenza che:

  1. l’errore è ammesso e viene riconosciuto parte del gioco;
  2. anche il singolo giocatore in quel momento più efficace e con le statistiche migliori può fare un errore, e questo può anche costare la partita alla sua squadra;
  3. per contro, non è impossibile che un giocatore pur avendo collezionato una serie di errori durante la partita, segni il colpo vincente per la sua squadra.

L’ATTREZZATURA

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La divisa da baseball è composta da una casacca numerata, pantaloni, caratteristico cappellino a visiera, scarpe, cintura. Una maglia a maniche lunghe è generalmente indossata sotto la casacca. In campo, i giocatori calzano scarpe con tacchetti per una migliore presa sul terreno, specialmente sulla terra battuta.
Il guantone è l’attrezzo propedeutico alla difesa: in cuoio o materiale sintetico, il guantone aumenta la superficie di presa proteggendo il difensore dai traumi. In attacco, il battitore utilizza la mazza da baseball, di vario peso e lunghezza, ed un caschetto protettivo. Il caschetto deve essere indossato anche dai corridori. Le attrezzature protettive rivestono un ruolo cruciale nella sicurezza del gioco: ogni giocatore maschio deve indossare una protezione inguinale con sospensorio; il ricevitore, poi, entra in gioco solo se completamente vestito di un’armatura composta da schinieri, corpetto imbottito per il tronco, maschera facciale integrale.

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